Le Mille Domande sul Green Pass

A poco più di una settimana dall’entrata in vigore dell’obbligo di esibizione del Green Pass sui luoghi di lavoro l’argomento non è, ovviamente, ancora esaurito, ed ancora molti sono gli interrogativi che imprenditori e dipendenti si pongono.

Perciò, come nello scorso post, proviamo a rispondere ad alcuni di essi nel modo più chiaro ed esaustivo possibile.

Ci sono delle categorie esentate dall’obbligo del Greenpass? La risposta è sì.

Si tratta di coloro che, per specifiche condizioni cliniche (ad esempio affetti da malattie autoimmuni), non possono sottoporsi alla vaccinazione (temporaneamente o in via definitiva).

Questi lavoratori dovranno quindi esibire il certificato di esenzione.

Il controllo spetta solo al datore di lavoro? Non esattamente.

Prendiamo il caso dei fornitori diretti: è compito della loro azienda verificarne l’idoneità, certo, ma altresì dovranno farlo le aziende clienti, se il fornitore ha accesso fisico nei loro locali.

Quando deve essere effettuato il controllo? Ogni quanto? Potremmo sintetizzare con “ogni volta, ogni giorno”.

La vaccinazione ha una “data di scadenza”, legata al giorno in cui il cittadino vi si è sottoposto: va da sé che, quindi, oggi il mio Greenpass potrebbe essere valido, e domani no. E siccome, per le norme sulla privacy, l’azienda non può conservare i dati sensibili relativi al dipendente/fornitore/visitatore, ecco che si rende necessario ripetere ogni volta la procedura di verifica.

Come sappiamo le sanzioni, sono elevate: da 400 a 1000 euro per l’imprenditore, e da 600 a 1500 per il lavoratore (motivo per cui è meglio che il controllo venga effettuato all’ingresso: a tutela sia del primo che del secondo).

Un ultimo dettaglio: ricordiamoci almeno fino al 31 dicembre (per ora) il nome dell’applicazione per controllare il QRcode, VerificaC19.

Buon lavoro, amici lettori, e buone verifiche….