Congedo di Paternità
Parliamo in questo post del congedo di paternità, che la recente bozza della Manovra 2022 “stabilizzerà” in 10 giorni.
Non si tratta di un’opzione, una libera scelta, che se il papà vuole usufruirne può farlo e diversamente, se non vuole, può evitarlo: è obbligatorio, così come recita la norma che lo ha istituito dal 2012.
Al padre, lavoratore dipendente, toccherà comunque restare a casa per 10 giorni (entro il quinto mese di vita del bambino), ed al datore di lavoro toccherà, altrettanto, concedere questa pausa: poi che il padre si metterà effettivamente a cambiare pannolini e preparare biberon, oppure si recherà al campo comunale a giocare a calcetto con gli amici del bar, è un altro paio di maniche.
In ogni caso quei 10 giorni di pausa li dovrà fare.
Lo scopo della misura è quello di coinvolgere di più i padri, e quindi la figura maschile, il suo esempio ed il suo apporto, nel processo educativo e di crescita delle nuove generazioni: anche se 10 giorni sono comunque poco, se paragonati per esempio ai 112 per ENTRAMBI i genitori, e retribuiti al 100%, della Spagna, ma tant’è!
Quanto potrà fare piacere, alle varie parti in causa, questa misura? Eh, è una bella lotta.
Avremo sicuramente padri molto contenti ed anzi forse persino insoddisfatti, che riterranno i 10 giorni ancora troppo pochi. Madri molto contente ed anzi ugualmente insoddisfatte per lo stesso motivo. E dall’altra parte madri scontente, che riterranno quei 10 giorni rubati al loro rapporto con il nascituro.
E datori di lavoro forse spiazzati, costretti a rinunciare ad un dipendente per cause di forza maggiore a cui non possono opporre alcun veto. Una strada insomma lunga ed impervia, che al di là delle parti interessate (datore di lavoro e lavoratore) vede l’Italia fanalino di coda di quel che nel resto di Europa avviene già da parecchio tempo.
Buon lavoro, amici lettori.