In questi giorni abbiamo tutti sentito molto parlare, oltre che di Ucraina (argomento di cui ci occuperemo prossimamente, viste le inevitabili ripercussioni che sta già avendo sulla nostra economia), anche di catasto e la sua riforma.
Circolano molte voci, dove naturalmente la politica la fa da padrona: ed è difficile perciò distinguere il vero dal falso, i timori e le critiche fondate dalla propaganda strumentale. Non essendo noi dei politici (meno male! Questo ingrato compito lo lasciamo volentieri agli altri!) ma dei semplici tecnici, vorremmo provare a fare un po’ di chiarezza e, se possibile, tranquillizzare i nostri lettori.
Partiamo da un dato di fatto sotto gli occhi di tutti: il catasto è una giungla, in cui non si fa fatica ad immaginare gli impiegati con il salvamanica nero come Totò che si arrampicano grondanti sudore su scaffali alti 5 metri nascosti nelle catacombe dei palazzi governativi. Un caos primordiale di gruppi, sottogruppi, sezioni, sottosezioni, categorie, numeri di protocollo e di registrazione.
E “primordiale” è un termine non casuale: tutta questa ciclopica organizzazione risale infatti ben al 1939. Qualche timido tentativo di riforma è stato azzardato in passato ma con scarsi risultati: di fatto tutto è ancora fermo a com’era stato creato all’origine dei tempi.
Questa apparente estrema precisione nel definire un immobile si risolve, paradossalmente, nella sostanziale incapacità di mantenere le cose sotto controllo: troppi dettagli che sfuggono, e permettono perciò a qualche “furbetto” di nascondersi a Fisco.
Basti pensare, ad esempio, agli immobili sorti su terreni che ancora risultano agricoli.
Oppure alla discrepanza fra il numero di immobili dichiarati dai contribuenti ed il numero di “prime case”: dovrebbero essere, secondo le stime, circa 2 milioni di meno. Questo significa che alcuni intestano la casa in città (per farla semplice) alla moglie, e quella al mare al marito: per poter pagare meno di IMU e balzelli vari.
Per cui non è vero che la riforma del catasto porterebbe ad un aumento delle tasse sulla casa forse del 125%, come è stato detto da alcune parti: coloro che sono in regola non avranno nulla da temere. Saranno quelli che finora hanno viaggiato nel mare magnum del sommerso a doversi preoccupare.
Perché non ci stancheremo mai di dirlo: le tasse sono quelle che servono per avere in cambio dei servizi (scuole, ospedali, trasporti). La regola aurea è sempre la stessa: pagare tutti per pagare meno.
O, in alternativa, pagare tutti per ricevere in cambio molto di più: cioè servizi più efficienti.
Buona settimana e buon lavoro a tutti.
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